La felicità interna lorda o FIL (in lingua inglese gross national happiness - GNH) è il tentativo di definire - con un evidente intento sociologico - lo standard di vita di una nazione, comparandolo, ovviamente con senso ironico, con il prodotto interno lordo, il fantomatico e tremendamente preoccupante PIL.
Il termine è stato coniato nella metà degli anni settanta dal re del Bhutan Jigme Singye Wangchuck mise in rilievo il suo impegno per la costruzione di un'economia coerente con la cultura tradizionale del suo paese basata sui valori spirituali del buddhismoe sganciata, quasi totalmente dall’attaccamento ed al possesso di beni materiali ed al denaro.
Il Dalai Lama è un convinto sostenitore della FIL. ed a questo proposito ha dichiarato:
«Come buddhista, sono convinto che il fine della nostra vita è quello di superare la sofferenza e di raggiungere la felicità. Per felicità però non intendo solamente il piacere effimero che deriva esclusivamente dai piaceri materiali. Penso ad una felicità duratura che si raggiunge da una completa trasformazione della mente e che può essere ottenuta coltivando la compassione, la pazienza e la saggezza. Allo stesso tempo, a livello nazionale e mondiale abbiamo bisogno di un sistema economico che ci aiuti a perseguire la vera felicità. Il fine dello sviluppo economico dovrebbe essere quello di facilitare e di non ostacolare il raggiungimento della felicità».
Le Nazioni Unite, ora, guardano all’Asia per riformare l’economia mondiale. Gli occhi non sono però sulle due locomotive cinese e indiana, ma sul lento e felice Bhutan.
Non più crescita e prodotto interno lordo ad ogni costo; per due giorni al Palazzo di Vetro a New York, leader mondiali ed economisti discuteranno del “paradigma economico” di cui il piccolo regno buddista incastonato tra le due potenze emergenti è diventato il portabandiera: la felicità, o meglio l’indice di felicità interna lorda FIL.
“Dobbiamo ripensare al modello di vita basato esclusivamente sulla crescita economica capitalistica e capire come possiamo prosperare in armonia con la natura. Non possiamo accettare come irreversibili la distruzione della natura e il collasso finanziario” ha spiegato Jigmi Thinley, primo ministro del Paese himalayano che ha invitato i capi di Stato e di governo nella capitale Thimphu per discutere di come riformare il sistema finanziario internazionale e di nuovi modelli con cui determinare il progresso di una nazione, basato non più solamente sulla crescita economica ma sulla felicità dei cittadini.
Già da quattro anni il Bhutan adotta come indicatore per calcolare il benessere della popolazione il cosiddetto indice di Felicità interna lorda. La svolta decisa dal trentaduenne monarca, Jigme Khesar Namgyel, fu in realtà teorizzata negli anni Settanta del secolo scorso dal nonno. I criteri presi in considerazione sono la qualità dell’aria, la salute dei cittadini, l’istruzione, la ricchezza dei rapporti sociali. Secondo i dati della Banca Mondiale, il Paese pur essendo uno dei più poveri dell’Asia, con un Pil pro capite di 1,800 dollari, è tuttavia, secondo un sondaggio della rivista Businessweek, anche la nazione più felice del continente e l’ottava al mondo.
Ad agosto del 2011 il modello bhutanese fu fatto proprio dall’Assemblea generale dell’Onu con una risoluzione che riconosceva il raggiungimento della felicità come un traguardo fondamentale dell’uomo ed esortava gli Stati membri a sviluppare metodi più efficaci del Pil per misurare il benessere dei propri cittadini.
“Dobbiamo ripensare al modello di vita basato esclusivamente sulla crescita economica capitalistica e capire come possiamo prosperare in armonia con la natura. Non possiamo accettare come irreversibili la distruzione della natura e il collasso finanziario” ha spiegato Jigmi Thinley, primo ministro del Paese himalayano che ha invitato i capi di Stato e di governo nella capitale Thimphu per discutere di come riformare il sistema finanziario internazionale e di nuovi modelli con cui determinare il progresso di una nazione, basato non più solamente sulla crescita economica ma sulla felicità dei cittadini.
Già da quattro anni il Bhutan adotta come indicatore per calcolare il benessere della popolazione il cosiddetto indice di Felicità interna lorda. La svolta decisa dal trentaduenne monarca, Jigme Khesar Namgyel, fu in realtà teorizzata negli anni Settanta del secolo scorso dal nonno. I criteri presi in considerazione sono la qualità dell’aria, la salute dei cittadini, l’istruzione, la ricchezza dei rapporti sociali. Secondo i dati della Banca Mondiale, il Paese pur essendo uno dei più poveri dell’Asia, con un Pil pro capite di 1,800 dollari, è tuttavia, secondo un sondaggio della rivista Businessweek, anche la nazione più felice del continente e l’ottava al mondo.
Ad agosto del 2011 il modello bhutanese fu fatto proprio dall’Assemblea generale dell’Onu con una risoluzione che riconosceva il raggiungimento della felicità come un traguardo fondamentale dell’uomo ed esortava gli Stati membri a sviluppare metodi più efficaci del Pil per misurare il benessere dei propri cittadini.
A noi rimane sempre la speranza che questo pensiero filosofico semplice e diretto, proveniente dall’Asia, da questo piccolissimo paese appollaiato sulle vette himalayane, possa scardinare la concezione di un sistema sistema finanziario che, radicato nell’occidente, con l’idea capitalistica di una economia di mercato senza regole, che mira unicamente al profitto ed all’accumulo egoistico di beni materiali, ci ha trascinato ostinatamente e ciecamente vicino al punto di non ritorno, sull’orlo del baratro.
Dobbiamo far capire ai nostri governanti, che non sempre la ricchezza è indice di felicità e non sempre, la ricchezza materiale può risolvere i problemi esistenziali dell’uomo.
La felicità, quella vera, può trovarsi in un alito di vento, nel sorriso accorato di una persona, nel guardare la luce di un tramonto, nella compagnia di persone che ci vogliono bene, nel suono di una chitarra o di un pianoforte, in una frugale cena tra amici, nella libertà.
diceva Ghandi: “
LA FELICITA‘ E LA PACE DEL CUORE, NASCONO DALLA COSCIENZA DI FARE CIO‘ CHE RITENIAMO GIUSTO E DOVEROSO, NON DAL FARE CIO’ CHE GLI ALTRI DICONO E FANNO
ed ancora diceva il mahatma, prevedendo con più di mezzo secolo in anticipo:
IL BENESSERE E' NECESSARIO, MA OLTRE UN CERTO LIMITE DIVENTA UN OSTACOLO. DIETRO LA CREAZIONE DI BISOGNI ILLIMITATI SI NASCONDE UNA TRAPPOLA. LA SODDISFAZIONE DEI BISOGNI MATERIALI DEVE AVERE DEI LIMITI, ALTRIMENTI DEGENERA IN CULTO DELLA MATERIA. E' IL RISCHIO CHE STANNO CORRENDO GLI EUROPEI, E CHE AVRA' EFFETTI DEVASTANTI SE NON COMPIRANNO UN CAMBIAMENTO RADICALE.
Ora di seguito a queste riflessioni, provate a guardare queste foto, scattate in paesi dove si vive con meno di un dollaro al giorno, dove le privazioni sono la quotidianità, dove i due pasti al giorno, già sono una conquista.
Provate a guardarle con attenzione,...... e cercate di intravvedere nei volti delle persone che compaiono nei miei scatti la preoccupazione o la felicità,........ la rassegnazione o la serenità.
Commentatemi ....apriremo un dibattito.... e prossimamente, magari un sondaggio per capire dove sta andando il nostro pensiero, per capire se siamo più materialisti o più spiritualisti.
mauro lago
chapati sulla strada Agra - Delhi , India
Chapati a Leh, Ladak, India
Funzione religiosa nel monastero di Lamayoru, Ladak, India
Monaco in meditazione, Lamayoru, Ladak, India
Bastar,, fra Chattisgar ed Orissa, India
Bandiere e cumuli di pietra, sulle vette himalayane, servono per innalzare a dio le preghiere
Festa Induista a Bali, Indonesia
Donne al mercato , Sulawesi, Indonesia
Pantai Bira, Sulawesi, Indonesia
Tana Toraja , Sulawesi, Indonesia
Venditrice di pompelmi, Makassar, Sulawesi, Indonesia
ed ancora diceva il mahatma, prevedendo con più di mezzo secolo in anticipo:
IL BENESSERE E' NECESSARIO, MA OLTRE UN CERTO LIMITE DIVENTA UN OSTACOLO. DIETRO LA CREAZIONE DI BISOGNI ILLIMITATI SI NASCONDE UNA TRAPPOLA. LA SODDISFAZIONE DEI BISOGNI MATERIALI DEVE AVERE DEI LIMITI, ALTRIMENTI DEGENERA IN CULTO DELLA MATERIA. E' IL RISCHIO CHE STANNO CORRENDO GLI EUROPEI, E CHE AVRA' EFFETTI DEVASTANTI SE NON COMPIRANNO UN CAMBIAMENTO RADICALE.
Ora di seguito a queste riflessioni, provate a guardare queste foto, scattate in paesi dove si vive con meno di un dollaro al giorno, dove le privazioni sono la quotidianità, dove i due pasti al giorno, già sono una conquista.
Provate a guardarle con attenzione,...... e cercate di intravvedere nei volti delle persone che compaiono nei miei scatti la preoccupazione o la felicità,........ la rassegnazione o la serenità.
Commentatemi ....apriremo un dibattito.... e prossimamente, magari un sondaggio per capire dove sta andando il nostro pensiero, per capire se siamo più materialisti o più spiritualisti.
mauro lago
foto di mauro lago
appena terminato un festival religioso nei dintorni di Leh, India
funzione religiosa Lamayoru, Ladak, India
Sopra, di seguito, gente del Ladak, India
Puri, Orissa, India
Bastar,, fra Chattisgar ed Orissa, India
Bandiere e cumuli di pietra, sulle vette himalayane, servono per innalzare a dio le preghiere
Ubud, Bali, Indonesia
Il Gamelan, forma musicale di preghiera, Ubud, Bali, Indonesia
Anche il ballo ha profonde radici religiose, Ubud, Bali, Indonesia
Festa Induista a Bali, Indonesia
scolaresca in Tana Toraja, Sulawesi, Indonesia
ragazze raccoglitrici di riso, Sulawesi, Indonesia
Sulawesi, Indonesia
Pantai Bira, Sulawesi, Indonesia
Tana Toraja , Sulawesi, Indonesia
Venditrice di pompelmi, Makassar, Sulawesi, Indonesia
Nai Soi, Mae Hong Son province, Thailandia
cosa ne dite?....Vi sembra che manchi qualche cosa a questa gente.....eppure vi assicuro, che non vivono come viviamo noi, con nostri agi, il nostro cibo, il nostro benessere..............
Meditate gente....meditate...