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martedì 16 novembre 2010


IPERREALISMO  - TRA SOGNO E REALTA'



Luigi Pellanda un nostro cittadino di Tezze sul Brenta sulle vette più alte dell'arte Italiana. Mi piace sempre, quando ne ho l'occasione, di soffermarmi ad ammirare le meraviglie pittoriche di questo artista. In possesso di una tecnica mirabolante e di un gusto estetico unico, Luigi Pellanda da anni si cimenta nel ritratto di situazioni surreali ma con fondamento nella realtà. I paesaggi e gli interni rappresentati, oltre ai soggetti delle opere pittoriche, sono sempre "riprese" da angolazioni inconsuete che danno un piglio accattivante ad immagini altrimenti banali.



Dal vero poi ogni tela è un capolavoro, frutto di una ricerca perfezionista, dove il motto sembra essere: più reale del reale. Le immagini sembrano uscire dalla tela e si percepiscono cariche di tridimensionalità impossibili.



I soggetti, poi, sono sempre molto particolari, ripresi e trasposti sulla tela con tagli di luci ed ombre, chiari e scuri, che ad arte sanno coniugare tecniche della ripresa fotografica con  tecniche pittoriche perfette. A volte non si capisce quando le une si fondono con le altre.


Se ne avete occasione non mancate di visitare le mostre d'arte, fa bene al vostro spirito. Se poi avrete la fortuna di incontrare simili capolavori, sono sicuro che ci andrete ogni volta che ne avrete occasione. Mauro Lago


lunedì 15 novembre 2010

Eccoci .....siamo alla resa dei conti   !!!!!











Forse siamo alla fine....o all'inizio,  come una coppia che da tempo è entrata in crisi e non sopporta più di abitare sotto lo stesso tetto. Un idillio travagliato quello del nostro presidente del Consiglio e di quello della Camera. Durato forse anche troppo. Certo era difficile per un cavallo di razza come Fini sottostare ad un uomo, pur se grande, che ha sempre pensato  allo  stato come ad un'azienda di cui poter disporre a piacimento. Considerando anche le risorse umane (ossia le persone) sottoposte al volere del Capo. 
Probabilmente Berlusconi non ha chiaro in testa, oppure ha smarrito il senso, con il passare degli anni (74),  di cosa sia la democrazia.  Un bene indisponibile anche per un plenipotenziario come lui. 
Cosa darebbero i Birmani e Aung San Suu Kyi per raggiungere questo stato di democrazia di cui noi godiamo. 
Non gettiamola alle ortiche .... e senza prendere parte a tifoserie di questa o quell'altra parte, senza disquisire su chi dei due abbia ragione o torto, prendiamo tutti parte a quel progetto che rafforzi la democrazia, la libera circolazione del pensiero e delle idee.
Mettiamoci dalla parte di chi vuole condividere e non fare proprio, dalla parte di chi cerca il futuro e non il passato. Mauro Lago

domenica 14 novembre 2010

I nostri leaders come Aung San Suu Ky?  quando?

A quando i nostri leader come il premio Nobel per la pace? A quando i nostri leaders politici anteporranno l'interesse generale ai rancori ed alle vendette personali. Forse dovrebbero andare a scuola di umiltà da questa donna coraggiosa che ha passato 15 degli ultimi 21 anni agli arresti domiciliari. Forse dovrebbero imparare che nonostante i torti ricevuti dai rivali politici, avrebbero il dovere di pronunciare parole distensive e concilianti, così come fa questa donna minuta e forte con i propri carnefici.
Non perchè "porgere l'altra guancia" è bello e gratificante, ma perchè non si è leaders veri se non si dimostra di poter accettare i sacrifici personali per il bene della collettività.
Una grande lezione di umanità che ancora una volta GRANDI  personaggi della storia, quali la stessa Suu Ky, il Mahatma Ghandi, Madre Teresa di Calcutta, il dissidente Liu Xiaobo, Martin Luther King, l'europeo Lech Walensa, insegnano a tutti quegli uomini pubblici, compresi i nostri leaders politici, che consumano le loro vendette personali in nome di un interesse pubblico, che tale non è, che non accettano nessun tipo di sacrificio personale, che non capiscono quale sia il bene comune e che se ne fregano dei loro cittadini. Mauro Lago
Yangon, 14 nov. (Adnkronos/Ign) - "Dobbiamo lavorare insieme". In un comizio di fronte a oltre 10.000 persone a Yangon, la storica leader dell'opposizione birmana, liberata ieri dagli arresti domiciliari, è tornata a lanciare il suo messaggio invitando a non ''perdere la speranza''. Lo ha fatto di fronte alla sede del suo partito, la Lega nazionale per la democrazia (Nld), mentre i suoi sostenitori giubilanti intonavano slogan come "lunga vita ad Aung San Suu Kyi" e "Amiamo Daw (signora) Suu".
Le autorità birmane non sono intervenute, ma erano presenti, dall'altra parte della strada, soldati e agenti di sicurezza che hanno fotografato la folla.
Aun San Suu Kyi ha dichiarato di voler ascoltare tutte le opinioni prima di prendere decisioni sui suoi piani futuri. "Parlerò - ha detto in conferenza stampa - con chiunque voglia lavorare per il bene del paese e per la democrazia". Comunque, ha aggiunto, "la riconciliazione nazionale significa riconoscere che vi sono differenze".
Suu Kyi ha inoltre sottolineato di non desiderare alcuna vendetta nei confronti del regime che l'ha tenuta prigioniera per 15 degli ultimi 20 anni. "Non nutro alcun malanimo - ha infatti spiegato - nei confronti del governo per avermi tenuta prigioniera per tanto tempo".
"La base per la libertà democratica - ha affermato ancora Aung San Suu Kyi - è la libertà d'espressione. Anche se non siete interessati alla politica, la politica verrà da voi". "Dovete impegnarvi - ha proseguito - per difendere ciò che è giusto". Del resto, ha sottolineato la leader dell'opposizione birmana, "non credo che l'influenza e l'autorità di una sola persona possa far progredire un paese. Una persona da sola non può fare qualcosa così importante come portare la democrazia a un paese". E poi, ha proseguito, "se il mio popolo non è libero, come potete dire che io sono libera? Nessuno di noi è libero". Suu Kyi ha anche fatto riferimento alle sanzioni internazionali imposte dall'Occidente contro il Myanmar. "Questo - ha dichiarato - è un momento in cui la Birmania ha bisogno di aiuto. Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti, delle nazioni occidentali, di quelle orientali, di tutte". La leader ha infine mostrato la gioia di poter esser fuori dalle mura di casa in cui è stata rinchiusa per tanti tempo. "Ho ascoltato la radio per sei anni - ha dichiarato - penso che è bello poter sentire ora dal vivo le voci delle persone".
Fonti del partito hanno spiegato che la leader dell'opposizione tornerà a visitare il quartier generale del Nld anche domani.